VIAGGIO NEL PENSIERO DEI NO VAX
Pubblicato da Dott. Adriano Bruni il
VIAGGIO NEL PENSIERO DEI NO VAX
La libertà sta subendo un attentato mortale, nel nome della difesa della salute e della sicurezza, il biopotere invade la sfera privata imponendo le sue leggi disciplinari, trasfigurando lo stato di eccezione in una regola, lo stato di emergenza esautora le istituzioni democratiche della loro essenza introducendo una virata totalitaria dagli esiti inquietanti. Sostengono che esiste un filo rosso che unisce le leggi speciali antiterrorismo con quello che sta accadendo ora con la dittatura sanitaria . Non discriminare l’emergenza terrorismo dall’emergenza pandemica, esercizio che anche un bambino saprebbe argomentare, rivela come il convincimento assiomatico delle tesi generali non sappia confrontarsi con la prova della realtà, la vaccinazione non è espressione del biopotere, ma la risposta della comunità degli uomini alla violenza omicida del virus. In questa posizione troviamo una concezione neo – liberista della libertà, aristocraticismo, individualismo, complesso di superiorità, l’idea conscia o inconscia del popolo come massa acefala , gregge, luogo di alienazione del pensiero critico. Una categoria diversa è quella dei no vax salutisti. La loro preoccupazione non si ispira né all’antipolitica, né alle strategie occulte del biopotere, ma ad una sincera preoccupazione relativa agli effetti, soprattutto a lungo termine, dei vaccini sui nostri corpi. Il fanatismo lascia qui il posto alla paura. L’assenza di prese di posizione ideologiche rende ancora possibile il confronto e la possibilità della persuasione. Dal punto di vista strettamente psichico, la paura di assumere il vaccino è la stessa di viaggiare in aereo.
La libertà
sta subendo un attentato mortale, nel nome della difesa della salute e della
sicurezza, il biopotere invade la sfera privata imponendo le sue leggi
disciplinari, trasfigurando lo stato di eccezione in una regola, lo stato di
emergenza esautora le istituzioni
democratiche della loro essenza introducendo una virata totalitaria dagli esiti
inquietanti. Sostengono che esiste un filo rosso che unisce le leggi speciali
antiterrorismo con quello che sta
accadendo ora con la dittatura sanitaria . Non discriminare l’emergenza
terrorismo dall’emergenza pandemica, esercizio che anche un bambino saprebbe
argomentare, rivela come il convincimento assiomatico delle tesi generali non
sappia confrontarsi con la prova della realtà, la vaccinazione non è
espressione del biopotere, ma la risposta della comunità degli uomini alla
violenza omicida del virus. In questa posizione troviamo una concezione neo –
liberista della libertà, aristocraticismo, individualismo, complesso di
superiorità, l’idea conscia o inconscia del popolo come massa acefala , gregge,
luogo di alienazione del pensiero critico. Una categoria diversa è quella dei
no vax salutisti. La loro preoccupazione non si ispira né all’antipolitica, né
alle strategie occulte del biopotere, ma ad una sincera preoccupazione relativa
agli effetti, soprattutto a lungo termine, dei vaccini sui nostri corpi. Il
fanatismo lascia qui il posto alla paura. L’assenza di prese di posizione
ideologiche rende ancora possibile il confronto e la possibilità della persuasione. Dal punto di vista strettamente
psichico, la paura di assumere il vaccino è la stessa di viaggiare in aereo. La
vigilanza dell’Io non vuole arretrare, non accetta di perdere il controllo, di
affidarsi ad un altro sapere. Eppure è quello che accade ogni volta che
dobbiamo sottoporci , a causa di una malattia, al discorso medico ed alle sue
leggi. Esiste una strenua difesa dell’inviolabilità dei propri confini personali, una profonda
angoscia di contaminazione. Si tratta di un prolungamento collettivo del
narcisismo ipocondriaco individuale, preservare i propri confini dalla venuta
dello straniero. Che si può definire come forma particolare di sovranismo
psichico.
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