L’OMBRA OSCURA CHE ALIMENTA IL PENSIERO NO VAX

Pubblicato da Dott. Adriano Bruni il

              L’OMBRA OSCURA CHE ALIMENTA IL PENSIERO NO VAX

Durante il tempo di crisi provocata dalla pandemia abbiamo dovuto ricorrere alla tracciabilità dei nostri movimenti individuali. Questa tracciabilità però non è al servizio della morte come avviene nelle dittature. Non è difficile capire che è l’unico modo che abbiamo per proteggerci dal contagio del Covid. Nel nostro paese, però, l’estrema destra e l’estrema sinistra si sono scatenate in una radicale critica alla gestione della pandemia e delle relative misure di prudenza e di sicurezza sanitaria, vaccinazione e green pass, approvate dal nostro governo. Questa critica furiosa avviene nel nome della libertà. Sostengono, come un ritornello, che la gestione della pandemia ha aperto la strada a una virata repressiva delle nostre istituzioni  che rischia di dare luogo a uno stato di emergenza permanente che finisce per giustificare una legislazione antidemocratica. Di fatto al grido di” libertà, libertà”una estrema minoranza del nostro Paese denuncia la virata autoritaria dello Stato democratico minacciando la stragrande maggioranza. Non è la prima volta che nella storia più recente dell’Occidente il carattere ideologicamente illiberale della sinistra estrema converga con quella della destra estrema. Il carattere paradossalmente  di questa convergenza è dato dal fatto che nella protesta NoVax e No Green Pass si rivela una idea solo èlitaria della libertà che vorrebbe escludere il vincolo, il legame sociale e la solidarietà. E’il punto dove l’anarchismo e la vocazione totalitaria si intrecciano in modo inquietante.

Non a caso è proprio la libertà ad essere un principio etico che nell’estrema destra e nell’estrema sinistra non trova alcun diritto di cittadinanza. La violenza anarchica di pochi vorrebbe infatti dettare Legge alla maggioranza della popolazione. E’una vecchia e terribile storia che nel Novecento ha attraversato egualmente fascismi e comunismi. La lettura della presenza di una dittatura sanitaria e politica, che rischierebbe o, addirittura, avrebbe già stravolto l’assetto democratico del nostro Paese, è non a caso una lettura, condivisa dall’estrema sinistra e dall’estrema destra. E’lo stesso giudizio che esprimono autorevoli intellettuali che, pur evitando aristocraticamente di partecipare alle sommosse popolari, ne sono di fatto irresponsabilmente gli involontari maitres a penser. Dall’elucubrazione filosofica  allo scatenamento della rabbia nelle piazze il passo è più breve di quello che si possa immaginare. L’elitarismo del pensiero e i cortei che sfidano lo Stato non si accorgono che oggi la tracciabilità  non è al servizio della dittatura  ma della libertà, che il Green Pass non restringe la nostra vita ma è un mezzo fondamentale per recuperarla. Chi confonde le idee su questo punto fondamentale foraggia di fatto una protesta contro le istituzioni in un momento in cui dovrebbe prevalere una solidarietà  senza condizioni. Speriamo sia questo l’ultimo drammatico spasmo della tetra stagione del populismo.

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