LA POLITICA PRIVA DI MENTE DEMOCRATICA
Pubblicato da Dott. Adriano Bruni il
LA POLITICA PRIVA DI MENTE DEMOCRATICA
Una mente democratica funziona per integrazioni e non per scissioni, include e non esclude, lavora per cogliere la forza delle differenze senza pretendere di assimilarle conformisticamente ad un solo modello. Insomma, la mente democratica , diversamente da quella reazionario – conservatrice, non teme mai l’apertura, non rigetta l’inedito, non evita il cambiamento, non ripudia il pluralismo delle idee. In questo caso si tratta di ricomporre politicamente in un unico quadro le forze democratiche, anti populiste e antisovraniste, in un conflitto politico che si profila aspro e senza esclusione di colpi. Vediamo quali sono gli ostacoli che possono ostruire il funzionamento di una mente democratica. Da una parte ogni forma di aristocraticismo, disprezzo nei confronti delle forze minori, di pregiudizio, di supponenza, di arroganza. Il cuore psichico della democrazia è sempre alternativo ad ogni forma di prevaricazione. Il rispetto per i propri alleati e per i percorsi soggettivi che autocriticamente hanno avvicinato soggetti sino a ieri alternativi ad un patto democratico a questo stesso patto non solo vanno ascoltati ma vanno pienamente riconosciuti nel valore della loro scelta. Dall’altra parte, ed è questo l’ostacolo più insidioso, la tentazione fatale ad intestarsi la primogenitura di questo patto. La rivendicazione autoriale non è mai compatibile con un funzionamento democratico della mente. La capacità di iniziativa di un leader consiste nel mettere a disposizione del collettivo la propria forza e non di rivendicarla. Movimento soggettivamente estremamente critico perché la propria creatura tende sempre ad essere vissuta come propria. Ma è in questo snodo difficile che deve misurarsi davvero l’esistenza di una leadership autenticamente democratica. Si tratta di non confondere la propria capacità di iniziativa con il proprio potere personale, di non confondere la responsabilità della propria azione con una proprietà da far valere.
Una mente democratica funziona per integrazioni e non per scissioni, include e non esclude, lavora per cogliere la forza delle differenze senza pretendere di assimilarle conformisticamente ad un solo modello. Insomma, la mente democratica , diversamente da quella reazionario – conservatrice, non teme mai l’apertura, non rigetta l’inedito, non evita il cambiamento, non ripudia il pluralismo delle idee. In questo caso si tratta di ricomporre politicamente in un unico quadro le forze democratiche, anti populiste e antisovraniste, in un conflitto politico che si profila aspro e senza esclusione di colpi. Vediamo quali sono gli ostacoli che possono ostruire il funzionamento di una mente democratica. Da una parte ogni forma di aristocraticismo, disprezzo nei confronti delle forze minori, di pregiudizio, di supponenza, di arroganza. Il cuore psichico della democrazia è sempre alternativo ad ogni forma di prevaricazione. Il rispetto per i propri alleati e per i percorsi soggettivi che autocriticamente hanno avvicinato soggetti sino a ieri alternativi ad un patto democratico a questo stesso patto non solo vanno ascoltati ma vanno pienamente riconosciuti nel valore della loro scelta. Dall’altra parte, ed è questo l’ostacolo più insidioso, la tentazione fatale ad intestarsi la primogenitura di questo patto. La rivendicazione autoriale non è mai compatibile con un funzionamento democratico della mente. La capacità di iniziativa di un leader consiste nel mettere a disposizione del collettivo la propria forza e non di rivendicarla. Movimento soggettivamente estremamente critico perché la propria creatura tende sempre ad essere vissuta come propria. Ma è in questo snodo difficile che deve misurarsi davvero l’esistenza di una leadership autenticamente democratica. Si tratta di non confondere la propria capacità di iniziativa con il proprio potere personale, di non confondere la responsabilità della propria azione con una proprietà da far valere.
0 commenti