LA LEZIONE DA TRASMETTERE AGLI STUDENTI
Pubblicato da Dott. Adriano Bruni il
LA LEZIONE DA TRASMETTERE AGLI STUDENTI
Gli Italiani non si erano mai accorti dell’importanza della Scuola come da quando sono stati costretti dall’emergenza sanitaria a chiuderla. Constato che la Scuola ha continuato ad essere aperta nonostante sia di fatto chiusa. Questa apertura coincide in primo luogo con la così detta didattica a distanza. Come è ben noto a tutti gli insegnanti, a rigore si tratta di una contraddizione in termini perché la didattica implica come tale la relazione, la presenza dei corpi, lo stare insieme in una comunità vivente senza l’asettica mediazione assicurata dalla tecnologia. Si potrebbe certamente indugiare, lato docenti e lato allievi, sugli innumerevoli limiti di questa didattica. Evidentemente, come si dice, essa non è affatto l’ideale. Implica, infatti, uno sforzo supplementare rispetto alla didattica in presenza senza però raggiungere gli stessi risultati. Se andiamo ad analizzare , ci accorgiamo che quasi mai un processo di formazione avviene seguendo una traiettoria ideale. Noi che ci occupiamo a diverso titolo di formazione sappiamo bene che quello che da davvero forma alla nostra vita non è mai nell’ordine dell’ideale. I maggiori effetti si generano non a partire dai successi o dalle gratificazioni, dalle prestazioni mirabili o dalle affermazioni senza intoppi, ma dalle cadute, dai fallimenti, dalle sconfitte e dagli smarrimenti. Bene questo è quello che sta accadendo sotto la terribile pandemia del Covid 19. I nostri figli ora si trovano a confrontarsi con l’asprezza del reale invece che il mondo sempre un po’ ovattato dell’ideale. Ogni percorso autentico di formazione non è mai un percorso lineare, privo di interruzioni o di avversità, non è mai come percorrere una autostrada vuota. Il movimento proprio di ogni formazione è spiraliforme e riguarda innanzitutto la capacità di rispondere alla ferita ed al trauma.
Come ci si rialza dopo essere caduti, come si riparte e come si riprende il cammino dopo essersi smarriti, sono le basi fondamentali per una formazione autentica. Ogni formazione è fatta di buoni e cattivi incontri, di buona e cattiva sorte. I genitori contemporanei, anche prima del Covid, vorrebbero invece escludere per i loro figli l’esperienza dell’ostacolo e dell’impatto aspro con il reale, la sofferenza e la frustrazione. Per questo essi oggi possono apprensivamente gridare al trauma, preoccuparsi di tutto il tempo irreversibilmente perduto dai loro figli, maledire le rinunce alle quali essi sono stati ingiustamente sottoposti. In questo modo correranno l’inevitabile rischio di vittimizzare i loro figli ed una generazione. Se i nostri ragazzi non hanno potuto beneficiare di una didattica in presenza nel corso di quest’anno, se hanno perduto una quantità di ore e di nozioni significative e di possibilità di relazioni, questo non significa affatto che siano di fronte all’irreparabile. Il lamento non ha mai fatto crescere nessuno, anzi tendenzialmente promuove solo un arresto dello sviluppo in una posizione infantilmente recriminatoria. A contrastare il rischio della vittimizzazione è il gesto etico ed educativo di quegli insegnanti che spendono se stessi facendo salti mortali per fare esistere una didattica a distanza. Insegnare davanti ad uno schermo significa non indietreggiare di fronte alla necessità di trovare un nuovo adattamento imposto dalle avversità del reale testimoniando che la formazione non avviene mai sotto la garanzia dell’ideale, ma sempre controvento, con quello che c’è e non con quello che dovrebbe essere e non c’è. Si tratta di una lezione nella lezione che i nostri figli dovrebbero fare propria evitando di reiterare a loro volta la lamentazione dei loro genitori. Non ci sarà nessuna generazione Covid a meno che gli adulti e, soprattutto, gli educatori non insistano a pensarla ad a nominarla così lasciando ai nostri ragazzi il beneficio torbido della vittima e cioè quello di lamentarsi, magari per una vita intera, per le occasioni che gli sono state ingiustamente sottratte. Incoraggiamo i nostri ragazzi, siete sempre in tempo anche se in ritardo. Nella vita, in fondo, è sempre così per tutti, siamo ancora in tempo anche se siamo sempre in ritardo.
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