INFARTO MIOCARDICO, DALL’ AHA NUOVE INDICAZIONI PER IL TRATTAMENTO

Pubblicato da Dott. Adriano Bruni il

L’American Heart Association (AHA) e l’American College of Cardiology (ACC) hanno firmato un documento condiviso appena pubblicato sul Journal of American College of Cardiology (JACC), che contiene nuove indicazioni sia qualitative sia operative per il trattamento dei pazienti con STEMI (ST elevation myocardial infarction) e NSTEMI (Non-ST elevation myocardial infarction).

Le due società non raccomandano più ai medici di aiutare i pazienti a smettere di fumare o di verificare i livelli di colesterolo LDL spiegando che quest’ultimo punto è in linea con le ultime linee guida del 2013 sulle dislipidemie, in cui non vengono più chiesti i valori di LDL per prescrivere o dosare il trattamento con statine.

Più controversa invece è stata l’eliminazione dell’attività di consulenza per la cessazione del fumo, che ha generato un vivace scambio di opinioni tra gli esperti che hanno firmato il documento.

Spiega il presidente Hani Jneid del Baylor College of Medicine/Michael DeBakey VA Medical Center di Houston: «L’eliminazione del counselling per la cessazione del fumo dipende dal fatto che i punteggi di rischio risultano essere costantemente significativi anche senza questa misura qualitativa, che sembra essere superflua».

«Con poco spazio per ulteriori progressi in questo ambito già ampiamente valutato negli ultimi anni, il comitato di scrittura AHA/ACC ritiene che la minore attenzione al fumo permetterà agli erogatori di prestazioni sanitarie di concentrarsi su altre misure di qualità dove c’è un maggiore margine di miglioramento» riprende il presidente del comitato di esperti, precisando che oltre alle indicazioni sulle misure qualitative il documento contiene anche utili suggerimenti operativi tra cui: angiografia immediata per l’arresto cardiaco fuori ospedale pazienti rianimati il cui elettrocardiogramma iniziale mostra uno STEMI; test da sforzo non invasivi prima della dimissione in pazienti con STEMI o NSTEMI trattati con terapia medica; dosaggio della troponina entro 6 ore dall’arrivo all’ospedale.

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