I SOGNO OLTRE FREUD: SVELANO IL PENSIERO CREATIVO

Pubblicato da Dott. Adriano Bruni il

I SOGNI OLTRE FREUD: SVELANO IL PENSIERO CREATIVO

 

Sappiamo che il grande e sovversivo merito di Freud è consistito nel restituire senso al sogno , in un tempo, dove la psicologia scientifica lo considerava un fenomeno neurofisiologico del tutto insignificante. Nella sua visione il sogno non è altro che l’appagamento allucinatorio di un desiderio infantile rimosso. Diversamente, la svolta che si consuma con Jung e con Bion spalanca il sogno sull’avvenire. Esso non è più il ritorno del passato, ma una potenza immaginativa e creatrice, come afferma Jung, l’espressione delle capacità di simbolizzazione del pensiero, di ciò che resterebbe altrimenti senza voce, come afferma Bion. Per questo il sogno apre alla possibilità dell’inaudito come quando si dice di avere il sogno di una vita diversa più che una mascheratura esso assomiglia ad un laboratorio di idee che offre al soggetto un opportunità supplementare rispetto a quella garantita dal potere deliberativo dell’IO. In contrasto con quello che pensava Freud, il sogno riletto lungo la direttrice Jung – Bion, non si limita a manifestare ciò del nostro passato è rimasto sepolto o sospeso, ma anche ciò di cui la nostra vita ha necessità per mantenersi viva e generativa. E’ ciò su cui insiste anche Ogden, il sogno ci aiuta a pensare ci che sembra essere impensabile, a dare espressione a ciò che parrebbe inesprimibile. La stranezza labirintica dei nostri sogni mostra l’attività di un vero e proprio pensiero creativo. E’ quella che Hilman definisce come la base poetica della mente In gioco nel sogno non è solo, come riteneva Freud, l’azione di una censura che deformerebbe i nostri desideri inconsci al fine di consentire la loro realizzazione allucinatoria ma un funzionamento immaginativo del pensiero per pensare ciò che non riusciamo a pensare.

. In questo senso, come scrive Jung, il sogno guarda dentro, ma contemporaneamente lontano. Più che uno smascheramento del desiderio inconscio, l’interpretazione di un sogno dovrebbe riconoscere il movimento espansivo dell’inconscio, che grazie all’attività oniria, trasforma incessantemente emozioni e vissuti che nella vita diurna resterebbero inesprimibili. Non si tratta allora di rendere conscio l’inconscio, ma come afferma Ogden, di immergere la nostra vita cosciente nel processo trasformativo dell’attività onirica. Non a caso i sogni di soggetti psicotici o traumatizzati tendono verso l’incubo, ovvero verso un attività priva di pensiero trasformativo.  E’ ciò che denunciava Agostino esposto alle immagini perturbanti dei suoi sogni, si chiedeva quanta responsabilità, il proprio io, avesse nel generarle. E’ la stessa responsabilità che ha spinto Freud a non indietreggiare di fronte all’ignoto del sogno. Si tratta, come descrive Jung, di una discesa agli inferi, incontrare la nostra alterità più radicale, quella che è, al tempo stesso, potenza di generazione e potenza di morte. E’ proprio nei sogni che cominciano le responsabilità perché i loro segreti evanescenti ci espongono al mistero di una interiorità di cui dobbiamo imparare a prenderci cura.

 

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