EPILESSIA: IN CLASSE C’E’ UN BAMBINO IN CRISI

Pubblicato da Dott. Adriano Bruni il

E’una delle prime malattie ad essere stata descritta nella storia della medicina, ne esistono tracce che risalgono a più di 3000 anni fa, eppure si trascina dietro ancora un misto di paure e miti duri a morire. L’epilessia è molto diffusa, ma poco conosciuta, non riferito solo al gap di conoscenze sul piano scientifico, che pure non mancano, quanto piuttosto a tutte le difficoltà che ancora oggi bambini e genitori incontrano nel gestire la patologia.

Perché se è vero che l’epilessia può colpire a qualsiasi età, l’80% delle forme insorge nell’infanzia e nell’adolescenza.

I bimbi e ragazzi che frequentano le scuole e che qui, tra i banchi e davanti alla lavagna, trascorrono quasi metà della loro giornata.

E’ così che, suonate le campanelle, ripartono anche i programmi e le iniziative per rendere la scuola più inclusiva e preparata a garantire la continuità delle terapie e gestire eventuali crisi.

Quello della gestione della crisi epilettiche rimane un problema, perché gli insegnanti hanno ancora difficoltà a capire cosa fare e come comportarsi.

In realtà, nelle raccomandazioni ministeriali del 2005  le indicazioni ci sono: di fronte ad un bisogno certificato, la direzione scolastica deve verificare la possibilità di rispondervi con risorse interne ed esterne e, se non è in grado di farlo, deve comunicarlo alla famiglia.

Questo significa che non esistono obblighi e che l’insegnante potrebbe rifiutarsi di somministrare il farmaco, ma noi ci battiamo da anni per formare gli insegnanti, perché siano preparati.

Non si interviene in un solo modo, perché di forme di epilessia ne esistono tantissime, con livelli di gravità variabili.

All’insegnante possono manifestarsi due evenienze: alunni con epilessia non problematica, con poche crisi, poco evidenti e ben gestite, così come le assenze, ed  alcune più gravi con crisi ricorrenti e gli insegnanti devono sapere cosa fare.

Per questo, da tempo, noi dell’ ITC AHA HANDS FOR LIFE portiamo avanti progetti di sensibilizzazione per alunni ed insegnanti.

Perché è importante sapere, per esempio, che alcune crisi si interrompono spontaneamente e che l’unico intervento è la gestione tecnica, mettere un cuscino sotto la testa dell’alunno, allontanare gli oggetti appuntiti con cui si potrebbe far male, girarlo possibilmente su un fianco, e che in altri casi potrebbe essere necessario somministrare farmaci.

Orologio alla mano, per capire dopo quanti minuti occorre intervenire e su indicazione del medico ( prescrizione), l’insegnante può somministrare i medicinali. Non c’è discrezionalità, si tratta di somministrazione ordinaria non specialistica che non necessità di competenza sanitaria.

Molto spesso gli insegnanti hanno paura a somministrare i farmaci, temendo eventuali effetti indesiderati, la cui responsabilità non ricade sul somministratore.

In questi anni abbiamo lavorato a fianco delle famiglie  e dei docenti e nella maggior parte dei casi dobbiamo ammettere che siamo riusciti a superare le criticità, ma qualcosa resta da fare, bisogna implementare corsi di formazione per docenti, famiglie e personale educativo.

E’ necessario sviluppare un senso di solidarietà tra i compagni di classe.

Per esempio se un bambino con epilessia si distrae con una crisi di assenza, la maestra potrebbe chiedere al compagno di banco di ricordarglielo, magari con un semplice” Dove eravamo rimasti”? Noi docenti istruttori di HANDS FOR LFE metteremo sempre a disposizione delle famiglie, alunni, insegnanti e scuole, le nostre specifiche competenze scientifiche che ci contraddistinguono.  

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