ASSISTENTE MATERNA, ANCHE AI PAPA SERVE AIUTO
Pubblicato da Dott. Adriano Bruni il
E’ sbagliata l’idea, anche ai papà serve aiuto. Focalizzare l’attenzione solo sulla madre è fuorviante .Meglio una figura che si occupa di entrambi i genitori. L’assistenza alla genitorialità, ci tengo a questa parola, non si improvvisa. Serve una formazione importante ed una lunga esperienza per stare accanto ad una madre, ad un padre e ad un neonato. L’assistente materna? Non è questa la strada. Già dal nome mi sembra un progetto errato. Sostenere i genitori è fondamentale, focalizzare l’attenzione solo sulla madre è fuorviante: esclude i al presenza del padre durante la gravidanza, e nei primi mesi di vita del bambino, sia la relazione tra i due genitori con il figlio. E’ molto meglio parlare di una figura che interviene nella vita della coppia da subito dopo il concepimento e che si occupa di entrambi i genitori . Oggi parliamo di co – genitorialità, cioè dei due genitori che partecipano alla crescita dei figli, considerando la figura paterna essenziale, anche nel sostenere la madre che ha partorito e magari allatta.
Esiste un modello di assistenza domiciliare portato avanti dagli Home Visitor che si recano a casa della coppia durante la gravidanza e nei primi mesi del bambino, ma al contrario, dell’assistente materna, sono altamente qualificati: psicologi dell’infanzia, assistenti sociali, ostetriche, operatori laureati e con master di secondo livello. Non basta un corso di formazione perché ci muoviamo in un territorio delicato, in cui non sempre gli aspetti verbali , sono cosi fondamentali. Bisogna saper osservare la triade madre, padre e bambino, osservare le loro interazioni, riconoscere i segnali di una possibile depressione post – partum o di ansia pre – parto, cogliere i disturbi precoci del bambino, segni ancora sfumati di autismo, indizi di disabilità. Non è un lavoro che si improvvisa. L’esecutivo dice: non lasciare le madri sole e sostenere la natività. Se si spera che così aumentino le nascite non ci siamo. Questa è demagogia. Una figura di sostegno inciderebbe invece sull’aiuto alla genitorialità, ma non può operare singolarmente: deve far parte di un equipe di lavoro. Per questo sarebbe giusto, ad esempio aumentare l’organico dei consultori e le loro risorse.
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