ALLATTAMENTO MATERNO E SINTOMI RESPIRATORI

Pubblicato da Dott. Adriano Bruni il

Analisi dei fattori di rischio per sintomi respiratori della prima infanzia e benefici dell’allattamento materno.


Le infezioni respiratorie acute rappresentano le principali cause di morbilità e ospedalizzazione pediatrica; molti i fattori di rischio, ereditari, perinatali, materni e ambientali, sono noti per aumentare il rischio di malattie respiratorie nel primo anno di vita.

I vantaggi dell’allattamento al seno sono ben conosciuti da sempre, il latte materno, infatti, contiene sostanze che favoriscono lo sviluppo di tolleranza immunologica e potenziano le difese immunitarie del bambino.

In questo studio prospettico sono stati analizzati, in bambini sani, gli effetti dei singoli fattori di rischio, età, sesso, ereditarietà, storia prenatale, perinatale e ambientale, sui sintomi respiratori nel primo anno di vita, in relazione al tipo di allattamento.

Lo studio propone un approccio innovativo intervistando i pazienti ogni settimana per 27 settimane, ottenendo quindi un aggiornamento costante sull’ alimentazione del bambino, sui sintomi respiratori e i fattori di rischio, eliminando in questo modo molti elementi confondenti.

I risultati ottenuti evidenziano l’associazione fra fattori di rischio come il sesso, l’età, l’età gestazionale, il parto cesareo, l’esposizione al fumo in gravidanza, e l’aumento dei sintomi respiratori nel primo anno di vita.

In questi bambini l’allattamento al seno rappresenta un fattore protettivo soprattutto nei primi sei mesi, riducendo la suscettibilità alle infezioni virali.

Al contrario, nei bambini allattati al seno non sono emerse correlazioni fra sintomi respiratori e storia di atopia materna o esposizione al PM10.

Tra le possibili ipotesi sul meccanismo comune protettivo presente nel latte materno, particolare interesse viene rivolto a specifici fattori bioattivi che possono fra i vari effetti, non solo garantire all’ ospite adeguate difese passive contro le infezioni, ma anche modulare in modo attivo la risposta immunitaria e modificare in modo favorevole la flora batterica intestinale.

La conferma dei risultati riportati potrà avere un impatto importante sulla politica sanitaria.

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