DISTURBO BORDERLINE
Il disturbo Bordeline è una psicopatologia difficile da diagnosticare e gestire.
I pazienti affrontano l’altalena della vita in preda al panico, sono persone sofferenti, instabili, piene di rabbia ed a rischio suicidio.
Vivono al limite del precipizio, in bilico tra l’apparente equilibrio e l’imprevedibile deriva emotiva.
Spesso anche noi Psichiatri possiamo essere tratti in inganno, rischiando di sottoscrivere una diagnosi di Disturbo Bipolare o più genericamente Psicosi o Depressione.
Un errore frequente che può avere conseguenze negative non soltanto sulla scelta della terapia ma anche sul rapporto con il paziente, più frequentemente donna.
Nel migliore dei casi, un trattamento farmacologico indicato per altra psicopatologia risulterà inefficace.
Più avrà effetti negativi sul paziente, da un lato esposto agli effetti indesiderati del farmaco e dall’altro privo di un rimedio efficace, con il risultato che la psicopatologia si cronicizzi.
Un paziente Bordeline ha, prima di tutto, relazioni interpersonali intense ed instabili.
La sua vita è costellata di rapporti affettivi tumultuosi e turbolenti che terminano bruscamente ed anche perdite ricorrenti del lavoro od interruzioni degli studi.
Un’ altra caratteristica del Disturbo di Personalità Bordeline è la propensione a cambiare bruscamente giudizio nei confronti del prossimo. Passa drammaticamente dalla idealizzazione alla svalutazione di amici, parenti e colleghi.
Molto instabile è anche l’immagine che la persona ha di se stessa, e frequente è la sensibilità al rifiuto ed alla solitudine, percepita come se solo la presenza degli altri li facesse sentire vivi.
Di qui il forte timore di essere abbandonati e la rabbia, anche quando si trovano ad affrontare separazioni limitate nel tempo o cambiamenti ordinari di situazioni esistenziali.
Si può scivolare verso chine drammatiche quando lo sforzo disperato di evitare l’abbandono, reale o immaginario, sfocia in gesti auto lesivi, come tagliuzzarsi le vene con una lametta o bruciarsi con un mozzicone di sigaretta, in extremis, il suicidio, che nella casistica si realizza nell’8% dei casi.
C’è poi la familiarità. Se si scava nel passato del paziente bordeline, si scoprono spesso parenti con storie di psicopatologia, disturbi da abuso di sostanze.
Può essere presente storia di abuso fisico o sessuale. Intervenire per aiutare questi pazienti non è semplice, ma il trattamento psicoterapico è il primo da tenere presente.
È indicata in questi casi, la terapia con approccio comportamentale dialettico con sedute di gruppo ed individuali, tra loro parallele, a cadenza settimanale per un perioda che va dai sei ai dodici mesi.
Le sedute di gruppo iniziano con un training di rilassamento ed alla meditazione, finalizzato al controllo delle emozioni.
Proseguono poi con vere e proprie lezioni su come tollerare le emozioni stressanti ed affrontare le situazioni di crisi.
È previsto anche il coaching telefonico, il paziente può chiamare il terapeuta individuale in caso di bisogno e quando si sente che sta per compiere gesti autolesivi.
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