IL VALORE DELLA FRAGILITA’

Pubblicato da Dott. Adriano Bruni il

La fragilità non deve essere negata ne soppressa, ma ascoltata, non solo quella degli anziani e dei malati.

La fragilità equivale alla fatica di essere normali.

In una società che sembra esclusivamente votata alla performance, che ghettizza e ridicolizza i deboli ed i diversi, alla continua ricerca del successo ad ogni costo.

La fragilità, negli slogan dominanti, è l’immagine di una esperienza inutile ed antiquata, immatura e malata, estranea allo spirito del tempo.

Nella fragilità invece sono presenti i valori di sensibilità e delicatezza, di gentilezza, di dignità, di comunione con il destino di sofferenza di chi sta male.

Fragile è un equilibrio emozionale che si può frantumare.

Sono fragili e si possono rompere non solo le nostre emozioni, le nostre ragioni di vita, le nostre speranze e le nostre inquietudini, le nostre tristezze ma anche le nostre parole che non sempre sanno consolare e ridare speranza al dolore.

Il significato di fragilità sconfina e in qualche modo è anche complementare da quello di debolezza e di sensibilità.

Ci sono emozioni fragili come la tristezza e la timidezza, la mitezza e la speranza, la gioia e la tenerezza, la nostalgia e le lacrime, che se non fossero fragili perderebbero il loro fulgore e il significato profondamente umano, le emozioni fragili, quelle che si scheggiano facilmente e che non resistono all’avanzata della non curanza e dell’indifferenza delle tecnologie trionfanti e degli idoli consumistici.

Ma cosa sarebbe la speranza se non fosse nutrita ed intessuta di fragilità.

Anche la gioia è un emozione fragile e luminosa, fragile è la tristezza dell’anima, la malattia porta alla luce della coscienza le nostre umane fragilità e ne crea delle altre ancorate all’angoscia, che di fatto è angoscia della morte.

Ciascuno rivive il suo essere malato in modi diversi e se si vuole essere di aiuto a chi sta male, si deve saper ascoltare anche le parole inespresse del dolore e della fatica di vivere, del silenzio e della nostalgia.

Non ci sono solo le fragilità del corpo, dell’anima, che sono chiaramente visibili, ma ci sono anche le fragilità che si nascondono nella sensibilità, ferite della timidezza e della tristezza, dell’inquietudine dell’anima e del silenzio, sono umane fragilità che ci passano accanto nella vita di ogni giorno e non è facile riconoscerle.

Riconoscere le fragilità che vivono segrete nel cuore delle persone, nei diversi luoghi ed in momenti nella loro vita, è cosa ancora più importante che non quello di riconoscere le fragilità che sono in noi.

Nella vita è così facile non accorgersi delle ferite dell’anima, delle persone, dei pazienti.

Le possiamo riconoscere allontanandoci soltanto dalle febbrili occupazioni quotidiane che ci distraggono dalla nostra vita interiore e, recuperando la solitudine che consente di scendere nelle profondità del nostro io, svelandoci la fragilità che sono in noi e quelle che sono in altri.

La fragilità è desiderio di ascolto, di servizi a sé ed agli altri che ci consente di sfuggire al fascino segreto delle ideologie, al deserto dell’indifferenza e dell’egoismo, all’aggressività ed alla violenza.

Le persone fragili conoscono la tristezza dell’anima e non l’immagine gelida del potere, sono inclini di natura ad ascoltare le persone che hanno bisogno di aiuto, le più sole e, le più povere.

Quindi fragilità, che è ombra, notte oscura dell’anima, ma è anche grazia, linee luminose della vita, destino comune che in quanto tale ci avvicina agli altri.

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