TRATTAMENTO STENOSI CORONARICA: NUOVE METODICHE DI IMAGING

Pubblicato da Dott. Adriano Bruni il

Definizione anatomica della stenosi coronarica e suo significato funzionale in termini di ischemica miocardica sono due aspetti complementari dell’approccio alla cardiopatia ischemica.

Dati storici di letteratura suggeriscono che il numero di vasi colpiti correla con una prognosi sfavorevole.

Ancora oggi, tuttavia, rimangono aperti dei quesiti in merito al beneficio clinico e al significato prognostico della rivascolarizzazione guidata dalla anatomia coronarica o dalla presenza di ischemia inducibile.

Accanto a questo, nuove metodiche di imaging si stanno diffondendo per la valutazione dell’uno e dell’altro aspetto.

Recenti dati derivanti dal Danish Multicentre Cohort Study confermano il significato prognostico della coronaropatia, ostruttiva versus non ostruttiva versus assenza di malattia, valutata mediante TC coronarica, dove il numero di vasi colpiti correla con un outcome peggiore in termini di rivascolarizzazione/infarto miocardico/mortalità per tutte le cause nel medio-lungo termine.

Recenti evidenze di letteratura suggeriscono, inoltre, che caratterizzazione della placca mediante TC costituisce efficace strumento di stratificazione.


L’utilizzo della Fractional Flow Reserve (FFR) e più recentemente della FFR valutata in modo non invasivo con imaging TC costituiscono un ulteriore potenziale strumento utile per la valutazione della rilevanza emodinamica delle stenosi e alla guida alle procedure di rivascolarizzazione.

Molte evidenze hanno indicato il significato prognostico dell’ischemia miocardica.

Un recente lavoro di meta-analisi, tuttavia, dimostra come non vi sia una significativa riduzione di eventi in pazienti con documentazione di ischemia inducibile e trattati con rivascolarizzazione in associazione alla terapia medica rispetto alla terapia standard.

I dati suggeriscono che l’ischemia sia un marker del carico di malattia aterosclerotica e del rischio globale di eventi piuttosto che del rischio legato ad un singolo territorio sottostante ad un vaso stenotico. 


Necessari sono ulteriori evidenze per far chiarezza sul definizione anatomica e ricerca di ischemica.

Al momento, tuttavia, severità della stenosi, vulnerabilità della placca e ischemia miocardica sembrano elementi utili ad identificare pazienti a diverso profilo di rischio, sui quali adattare la migliore strategia diagnostica e terapeutica.

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