CRESCE LA PAURA DEL FUTURO
Pubblicato da Dott. Adriano Bruni il
CRESCE LA PAURA DEL FUTURO
La prima ondata di pandemia è stata vissuta come un pugno in faccia ed a fatica abbiamo sopportato e superato la sua violenza. Abbiamo vissuto l’estate come l’annuncio della fine di un incubo. Per questa ragione la seconda ondata di contagio era inattesa e nessuno se l’aspettava così. L’aria respirata in estate era indubbiamente quella di un ritorno alla vita. La privazione della libertà si è capovolta nella sua più ottusa riaffermazione senza considerare la presenza, sebbene apparentemente silente, del virus ancora tra noi. La rimozione del male ha prevalso non solo nei negazionisti , ma, in fondo, in tutti noi. La seconda ondata di contagio è scritta nei libri di storia della medicina e delle epidemie, ma non sarebbe mai capitata a noi. Con questo esorcismo inconscio, abbiamo voluto dimenticare il prima possibile l’orrore che abbiamo vissuto. La seconda ondata appare in questo ancora più tremenda della prima perché implica il lutto della guarigione. E’il carattere traumatico che accompagna ogni recidiva. L’impreparazione inevitabile che ha caratterizzato la prima ondata si rivela, dunque, anche nella seconda, questa volta con l’aggravante della colpa, lo sapevamo ma abbiamo voluto ignorare quello che sapevamo. Siamo di nuovo colti di sorpresa sebbene la seconda ondata era già scritta nella prima. L’ottusità della vita che vuole vivere al di là della sua protezione è una forma di quella che Freud definiva pulsione di morte. La rinuncia alla prudenza che ha caratterizzato l’estate mostra l’anima – cicala dell’umano che il nostro tempo ha scelto di sponsorizzare a senso unico. Ogni timido richiamo alla cautela è stato vissuto come un abuso di potere, espressione di una dittatura sanitaria dai tratti sadici. La riaffermazione di una libertà senza limiti ci ha fatto ripiombare nel dramma. Nell’ascolto dei miei pazienti nel corso della prima ondata il sentimento prevalente era quello dello smarrimento di fronte all’inaudito. Il sintomo più diffuso era quello della fuga fobica e del ritiro sociale di fronte all’avanzata dell’epidemia. Questo sintomo coincideva con le misure sanitarie necessarie a rallentare la corsa maligna del Covid 19 e cioè distanziamento, confinamento, quarantena e tracciamento. Di fronte all’incombenza ed all’indeterminatezza del pericolo, ritrovare dei confini sicuri ha avuto per molti di loro un effetto de – angosciante.
Nella seconda ondata il quadro clinico appare profondamente mutato. Il panico che aveva caratterizzato le prime manifestazioni sintomatiche individuali e collettive- l’assalto ai treni ed ai supermercati, sembra assumere tinte più fosche. Non è più solo la risposta al sentirsi intrappolati e senza vie di fuga ma è il sentimento di essere lasciati cadere senza alcuna rete di protettiva, abbandonati a se stessi, senza più avvenire. E’un panico intrecciato a un vissuto profondamente depressivo.. La seconda ondata di contagio mostra che il vero trauma non è il passato ma il futuro. Distruggendo l’illusione della ripresa ella vita alla quale tutti abbiamo creduto essa ha dilatato l’orizzonte dell’incubo. Il secondo tempo del trauma è più traumatico del primo perché mostra che il male non si è esaurito ma è ancora vivo tra noi. Le speranze alimentate dall’estate si sono infrante. Questa delusione è il sentimento prevalente. Risulta sempre più difficile rialzarsi dalla seconda caduta che dalla prima.. E’ una lezione clinica, il ritorno del trauma, la sua recidiva, può essere più traumatico della sua prima volta. Il panico della seconda ondata porta con sé il sentimento di non poter più ritornare alla vita. Per questa ragione, credo, molti miei pazienti depressi chiede di essere visitato più frequentemente rispetto alla prima ondata. Hanno necessità di ridurre la distanza, di non sentirsi cadere nel vuoto senza protezione. E’la condizione nella quale si trovano tutte le soggettività più fragili e più duramente provate dalla crisi economica. Hanno necessità di una presenza tangile che dia loro un sostegno immediato.
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